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Gabriele Landi: Ciao Maurizio, spesso gli artisti attingo come linfa vitale del loro lavoro alla mitica età dell’infanzia. Succede anche a te?
Maurizio Faleni: Molto probabilmente si. Come tanti bambini che durante il periodo infantile restano attratti dai colori, questo è stato anche per me. Mi ricorderò per sempre l’ emozione di quando vidi il mio primo astuccio delle matite colorate, soprattutto il loro profumo. Era la prima elementare. Rimasi folgorato dal rosso. Forse questa traccia d’ infanzia c’è ancora , chissà. Il trascorrere del tempo modifica le nostre percezioni, i nostri ricordi. Nascosta in qualche angolo del mio cervello ci sarà sempre quell’ emozione vissuta.
Gabriele Landi: Quindi il colore per te ha sempre rivestito un ruolo centrale ?
Maurizio Faleni: Risponderti sinteticamente direi di si, ma in realtà non è stato cosi. La mia formazione è stata essenzialmente da autodidatta . Per anni ho studiato i Macchiaioli, d’altra parte essendo livornese non potevo fare altrimenti. Mi sono interessato del rapporto luce – ombra, non certamente di dipingere paesaggi o ritratti di chiaro stampo toscano. Per me non era tanto il Fattori come maestro da seguire, quanto le opere del Sernesi o dell’ Abbati ma soprattutto la lezione di Cristiano Banti, vero teorico dell Macchia. Poi negli anni a seguire ho avuto varie esperienze a livello di conoscenza dei colori. Penso di avere toccato con mano il significato dello studio dei colori. Ma è questi ultimi anni che mi sono dedicato con assoluta dedizione allo studio del colore in ogni sua forma. Non ti sto ad elencare i testi di autori fondamentali consultati assiduamente, quali Newton, Gothe, ed altri poichè l’ elenco sarebbe lunghissimo. Per non parlare degli artisti seguiti come Giotto, Masaccio, Beato Angelico, Rosso Fiorentino, e tanti altri ancora , e i più recenti come Rothko, Jenkins. Ma parlando dei miei lavori attuali all’apparenza il colore sembra svolgere un ruolo centrale, ma in realtà è e resta secondario. Sono le motivazioni interiori che svolgono il ruolo centale. Il colore è solo il medium tra le mie idee ed il supporto.
Gabriele Landi: Puoi parlarne?
Maurizio Faleni: Volentieri. Negli ultimi anni il mio lavoro ha avuto evoluzioni e perfezionamenti tecnici che mi hanno permesso di raggiungere l’ obiettivo che mi ero preposto cioè,la padronanza assoluta della tecnica, non fine a se stessa ma indirizzata ad rafforzare l’ indissolubile legame luce-colore. Sfido chiunque a capire con quale tecnica realizzo le mie opere. Lo stesso discorso vale per il supporto.Ho sfidato l’ impossibile, ovvero legare due elementi incompatibili come il metallo ed il colore. Mi rendo conto che detta cosi pare un discorso astruso, ma tutto è cosi segreto e cosi deve restare. Una tecnica unica ed io ne sono il dominatore, perchè cosi deve essere. Un alchimista? Forse si. Come gli artisti del passato che mantenevano segreto l’ uso di determinati colori come ad esempio il blu. Io sono un pittore e i risultati sono sotto gli occhi di tutti , che piaccia o no. Il metallo ed il colore sono il mio medium, insieme costituiscono l’opera che il fruitore avrà modo di scoprire. Le motivazioni del mio lavoro le si possono individuare già nel titolo di ogni mia opera, ovvero OSMOSI. Cito testualmente : Influenza reciproca che individui o elementi contigui esercitano l’ uno su l’altro, compenetrazione scambievole di idee. Un processo di scambio, di flusso continuo tra soluzioni separate, il punto di partenza per la realizzazione di una nuova via. Colori che si incontrano e che danno vita a nuovi colori, nuove emozioni. L’osservatore non può controllare l’incontrollabile, deve solo lasciarsi andare all’ interno delle dinamiche cromatiche e vivere una nuova esperienza. Una pittura all’apparenza astratta, una pittura che si trasforma in visione figurativa o viceversa . Forse una pittura nuova.
Gabriele Landi: Cosa intendi quando parli di visione figurativa?
Maurizio Faleni: Il Mondo è tutto fatto di colore. Pensa che tristezza vedere in bianco e nero. Invece se guardi le Montagne Cilene pieni di colori meravigliosi vedi una cosa reale eppure se le osservi dall’ alto sono meravigliosi quadri astratti prodotti da Madre Natura. E sul nostro pianeta di esempi cosi ce ne sono tantissimi. I miei occhi vedo colori ovunque che a volte passano veloci, eppure restano in me, nella mia memoria visiva e attraverso il mio lavoro cerco di restituirli in modo personale. La visione è soggettiva, ma il fruitore deve prestare attenzione all’opera e pensare in silenzio mettendosi in relazione con il colore.
Gabriele Landi: Nel rispondere alla prima domanda hai fatto cenno all’olfatto all’orrore dei colori suppongo che questo aspetto abbia ancora oggi una sua importanza nella tua pratica quotidiana del lavoro magari condizionando la scelta dei pigmenti che usi?
Maurizio Faleni: L’ aspetto dell’odore è solo in parte, prevale in me di più il tono. Ti dico solo una cosa, ad esempio, uso il rosso fucsia estratto proprio dal fiore cosi come altri pigmenti che sono di origine vegetale. Aggiungo che durante la preparazione alchemica uso una resina dall’odore incredibilmente affascinante, ovvero la Trementina di Venezia, e oltre non aggiungo.
Gabriele Landi: Il metallo che usi come supporto é lucidato a scpecchio prima di essere dipinto?
Maurizio Faleni: No. Il supporto è in alluminio trattato chimicamente, la lastra ha uso industriale . La sua opacità particolare è perfetta per il mio lavoro. Il colore steso sopra ha una reazione ideale, un connubio perfetto. Impossibile usare altri metalli tipo acciaio specchiato come nei lavori di Michelangelo Pistoletto , Anish Kapoor, Jeff Koons.
Gabriele Landi: Talvolta i supporti sono sagomati con forme particolari come mai?
Maurizio Faleni: Il dover lavorare su supporti dalle forme più diverse corrisponde alla necessità interiore di non dover affrontare le solite forme geometriche. lo stesso dicasi anche per le dimensioni. A volte un piccolo quadro possiede più potenzialità espressiva di uno dalle dimensioni maggiori. Tuttavia dipende dal progetto che intendo realizzare in relazione allo spazio di accoglienza. Mark Rothko realizzava opere dalle grandi dimensioni per coinvolgere il fruitore nella sua totale percezione. Doveva guardare da vicino il dipinto ed esserne rapito emotivamente. Per me non è cosi . Tre opere a dimensioni variabili , dal grande alla piccola, indicativamente 160 x 140 cm, 100 x 80, e poi 50 x 40 cm nella stessa parete molto vicini tra loro. Questo per stimolare le emozioni sensoriali a prescindere sia dalla forma che dalla dimensione , il fruitore deve sentirsi coinvolto. La sua area celebrare deputata al riconoscimento astrattivo del mio lavoro non lo deve portare a respingerlo verso il rifiuto totale , non deve cercare all’interno dell’opera un qualsiasi elemento figurativo, piuttosto lasciarsi trasportare dal colore, dalla sua trasparenza in cerca di una Luce divina pronta ad avvilupparlo ed emozionarlo, l’obiettivo è quello di fargli vedere una bellezza semplice ma pure straordinaria. Mi rendo conto che tutto ciò sia difficile da comprendere al primo impatto. Ed è proprio dal tempo che si impiega nell’osservazione del dipinto. Il mio lavoro più lo guardi più lo segui. Niente è circoscritto dal disegno che non c’è, niente è dettagliato dai particolari perchè non ci sono, niente è fissato perchè non esiste un punto di osservazione obbligato. Solo la forma e le sue possibilità di fuga devono risaltare. Il triangolo ha 3 vie di fuga, il quadrato 4, il rettangolo 2, mentre il cerchio ne ha infinite.
Gabriele Landi: I pigmenti che usi li fai tu?
Maurizio Faleni: No, non mi è possibile produrli in proprio, il procedimento è troppo complicato quindi acquisto i prodotti in commercio. Principalmente sono cliente di una azienda di settore a Lajatico ( Pi) . Alta professionalità e qualità dei prodotti. Per alcuni colori mi rivolgo allo storico negozio fiorentino Bizzarri, una autentica istituzione nella città gigliata. Infine ho avuto modo di fare acquisti on line presso aziende sudamericane. Invece per altri prodotti resinosi mi rivolgo ad una azienda romana. Una cosa è certa, il costo dei prodotti è altissimo e sono sempre in costante aumento di prezzo d’altra parte la qualità ha un costo ed io non bado alle spese. Il quadro finito ha dei passaggi di un certo rilievo economico a partire dal supporto fino alla sua rifinitura. Ti aggiungo una curiosità. Devi sapere che non esiste in commercio il bianco idoneo per il mio lavoro, ho provato di tutto dallo zinco al talco ma i risultati erano fallimentari. Prova e riprova alla fine sono riuscito a trovare il bianco ideale ovvero una china inglese. Per me è stato un successo incredibile. Posso dichiarare che mi sento proprio un’ alchimista del 1500.
Maurizio Faleni vive e lavora e Livorno
mostre collettive :
2014 Galleria Nicola Ricci Carrara, 2015 Galleria Gianmarco Casini Livorno, 2015 Galleria Nicola Ricci Carrara, 2016 Museo G. Fattori Livorno, 2017 Museo G.Fattori Livorno Livorno
mostre personali :
2015 Ex Fabbrica Richard Ginori Livorno, 2016 Galleria Nicola Ricci Carrara, 2017 Galleria Nicola Ricci Carrara, 2018 Galleria Nicola Ricci Carrara, 2020 Galleria G21 Livorno, 2021 Galleria Nicola Ricci Carrara







