Nello studio di Bislacchi

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Nel corso degli anni ho lavorato in vari studi in diverse città d’Europa e (senza contare le residenze) tra quelle dove ho vissuto più a lungo ci sono Londra, Milano e Roma. Ma il mio primo studio è stato quello di casa mia in Calabria nel paese in cui sono nato e cresciuto. Ho iniziato ad appassionarmi all’arte quando ancora andavo al liceo. Frequentando l’istituto d’arte mi sono interessato in particolare alla pittura grazie alle lezioni di un mio professore di visiva. Già da allora sentivo la necessità di dipingere per conto mio. Così, a quindici anni mi sono ritagliato un angolo della mia stanza per iniziare a lavorare, dopo di che, quando mia sorella ha lasciato casa per sposarsi, ho convertito la sua camera in studio. Comincia da subito un legame persistente con lo studio che continua ancora tutt’oggi, alimentato non solo da una necessità produttiva ma anche da un forte senso di identità e autostima. Questo perché vivo lo studio come un rifugio, grazie al quale riesco ad immergermi in profondi momenti di riflessione dove ogni immaginario può diventare realtà.

Quando sono in studio la mia routine varia costantemente soprattutto in base al luogo in cui mi trovo, tuttavia cerco sempre di mantenere le mie condizioni di lavoro dettate principalmente da una disciplina metodica e regolare. A Londra, ad esempio, lavoro in uno spazio autonomo all’interno di un grande complesso di studi d’artista. Qui, infatti, tendo a isolarmi più facilmente essendo da solo, ma allo stesso tempo riesco a gestire più liberamente diverse attività durante la giornata, tra cui lettura, ricerca, riposo e produzione.  Londra è una città estremamente fornita di studi e da quando ci vivo (2014) ho cambiato spesso zona sempre in base alle esigenze del momento. Per me la distanza casa-studio, ad esempio, è sempre stata un fattore importante soprattutto per questioni di tempo e costi negli spostamenti. Una classica giornata in studio direi che inizia sempre la mattina presto con una lunga passeggiata. Quello è il momento ideale per me perché, essendo pieno d’energie, preferisco camminare anziché prendere i mezzi, proprio per godermi di più il tragitto.

A Roma, invece, vivo un’esperienza completamente diversa. Innanzitutto, come ben sappiamo Roma è una città con poche risorse per la mobilità, quindi è più conveniente spostarsi autonomamente. Infatti, per raggiungere lo studio devo essere automunito e possedere un mezzo in città desta in me un forte senso di responsabilità e organizzazione. Per evitare il traffico, non guido mai nelle ore di punta ma solo la mattina presto e la sera tardi al ritorno, perciò devo preparare un piano di lavoro per tutta la giornata. Proprio per questo motivo, Roma mi fa sentire maggiormente l’impegno e la dedizione verso il mio lavoro. Inoltre, c’è da dire che rispetto a Londra, Roma non è così tanto fornita di studi e quelli già presenti sono tutti spazi aperti in condivisione. Per tal ragione, a Roma lavoro in studio solo nel periodo di produzione, mentre prediligo la ricerca e tutte le altre attività da casa dove riesco a concentrarmi meglio.

Diversamente da Londra e Roma, l’esperienza vissuta in studio a Milano tra il 2021 e il 2022, si colloca perfettamente tra le due. Da Londinese, Milano per me è una città dove si può facilmente camminare perché le distanze sembrano molto brevi. Inoltre, così come Londra, nei percorsi più lunghi c’è sempre la comodità dei trasporti che coprono quasi l’intero tragitto della città. Quindi andare in studio a Milano per me era quasi come essere a Londra, nel senso che, quando mi era possibile camminavo ma altrimenti potevo comodamente contare sui trasporti pubblici. A Milano, così come a Roma, gli studi sono spazi in condivisione e molto frequentati da varie personalità del mondo dell’arte. Anche qui la mia routine si alternava tra momenti di produzione e ricerca da casa. Spesso lo studio diventava un vero e proprio luogo d’ incontro e condivisione con studio visits, o di relax con appuntamenti per cene.

English text

Artist studio Bislacchi

#paroladartista #nellostudiodi #artiststudio #bilslacchi

Over the years I have worked in various studios in different cities in Europe and (not counting residencies) among those where I have lived the longest are London, Milan and Rome. But my first studio was my home studio in Calabria in the town where I was born and raised. I started to be passionate about art when I was still in high school. While attending art school, I became particularly interested in painting thanks to the lessons of one of my visual arts teachers. Even then I felt the need to paint on my own. So, at the age of fifteen, I carved out a corner of my room to start working, after which, when my sister left home to get married, I converted her room into a studio. I immediately began a persistent bond with the studio that continues to this day, fuelled not only by a need for production but also by a strong sense of identity and self-esteem. This is because I experience the studio as a refuge, thanks to which I can immerse myself in deep moments of reflection where every imaginary can become reality.

When I am in the studio my routine varies constantly, depending mainly on where I am, however I always try to maintain my working conditions dictated mainly by a methodical and regular discipline. In London, for example, I work in a self-contained space within a large artist studio complex. Here, I tend to isolate myself more easily by being alone, but at the same time I can more freely manage different activities during the day, including reading, research, rest and production.  London is an extremely well-stocked city for studios and since I have lived there (2014) I have often changed locations according to the needs of the moment. For me, home-studio distance, for example, has always been an important factor mainly due to issues of time and cost in commuting. A classic studio day I would say always starts early in the morning with a long walk. That is the ideal time for me because, being full of energy, I prefer to walk rather than take transport, precisely to enjoy the journey more.

In Rome, however, I experience something completely different. First of all, as we all know, Rome is a city with few resources for mobility, so it is more convenient to move around independently. In fact, to get to the studio I have to have a car and having a vehicle in the city gives me a strong sense of responsibility and organisation. To avoid traffic, I never drive during rush hour but only in the early morning and late at night on the way back, so I have to prepare a work plan for the whole day. For this very reason, Rome makes me feel more committed and dedicated to my work. Also, it has to be said that compared to London, Rome is not so well equipped with studios and the ones that are already there are all open shared spaces. For this reason, in Rome I only work in the studio during the production period, while I prefer research and all other activities from home where I can concentrate better.

Unlike London and Rome, my experience in the studio in Milan between 2021 and 2022 fits perfectly between the two. As a Londoner, Milan for me is a city where you can easily walk because the distances seem very short. Also, as well as London, on longer journeys there is always the convenience of transport that covers almost the entire route of the city. So going to the studio in Milan for me was almost like being in London, in the sense that I walked when I could, but otherwise I could comfortably rely on public transport. In Milan, as in Rome, the studios are shared spaces and very popular with various personalities from the art world. Here too, my routine alternated between moments of production and research from home. Often the studio became a real place to meet and share with studio visits, or to relax with dinner dates.