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Parola d’Artista: Ciao David, per la maggior parte degli artisti l’infanzia rappresenta l’età dell’oro quella in cui cominciano a manifestarsi i primi “sintomi” di una certa propensione ad appartenere al mondo dell’arte. E’ stato così anche per te? Racconta?
David Lucchesi: Ciao, ricordo da piccolo la mia grande curiosità nell’ esplorare tutto quello che mi circondava (ho sempre vissuto in campagna nella provincia di Lucca vicino al lago di Massaciuccoli) e quello che avevo a disposizione era un nutrito e variegato “ambiente visivo “ dove con un pizzico di fantasia puoi modificarlo a tuo piacimento lasciando che riveli le cose più assurde sia nella bellezza ma anche nella sua nuda e cruda realtà. Per rispondere alla tua domanda il disegno e i pennarelli che avevo mi servivano per fissare quelle esperienze e costruire dei mondi più che un mondo o un sistema dell’arte organizzato, cosa che ovviamente neanche sapevo esistesse.
Pd’A: Questi mondi disegnati allora riverberano ancora in quello che fai oggi?
D.L.: Il mondo che si presenta sotto i miei occhi mentre lavoro è sempre imprevedibile, a volte si mostra quasi subito a volte serve più tempo. La pratica pittorica è una ricerca costante, ogni volta accadono nuove situazioni del tutto sconosciute e meravigliose. Credo di poterti rispondere di “si”, è strano ma avviene inmaniera del tutto spontanea, te ne accorgi a posteriori e solo alla fine di un dipinto .
Pd’A: Che cosa significa per te la parola libertà e che valore ha in quello che fai?
D.L.: La parola libertà può essere fraintesa perché a seconda del contesto cambia il suo significato. Posso però dirti che mi ha aiutato e mi aiuta tuttora a capire dove mi trovo, una sorta di bussola che mi da una direzione, per me è una sana incoerenza, uno svincolarmi dal pensiero e cioè accettare anche gli opposti, abbandonare la zavorra e provare a vivere.
Pd’A: In quest’ottica ti è mai successo di riprendere un quadro, anche a distanza di tempo, che prima ti sembrava finito e poi invece non lo era più?
D.L.: Si, certamente! Il quadro è potenzialmente infinito e lo sguardo può cambiare nel tempo. Questa cosa del modificare non è sistematica ma può accadere che possa apportare dei cambiamenti anche a distanza di mesi , i dubbi e le perplessità che mi attraversavano fin dall’inizio, vengono sciolte magari con una sostituzione del colore di fondo o di alcuni dettagli frutto di intuizioni istantanee che inizialmente non sono riuscito a cogliere ,a quel punto ogni “stortura” va al suo posto perché non esistono errori ma solo buoni incidenti.
Pd’A: Quindi il caso per te esiste?
D.L.: Si (forse).
Pd’A: Ti interessa l’idea di relazione che lega fra loro i vari elementi che inserisci all’interno di un dipinto e che in un’ottica allargata poi riguarda i dipinti che metterai insieme per un’ esposizione? Di che tipo di relazione si tratta?
D.L.: Si, le relazioni si creano in maniera piuttosto naturale, mi interessa senza pormi troppo il problema che i vari elementi che compongono un quadro siano in equilibrio sulla singola superficie, le consonanze si creano nell’insieme, spostando un quadro all’interno di una mostra si possono ottenere risultati inaspettati, dove gli “oggetti” entrano in maniera autonoma in dialogo. Quello che ogni volta i dipinti mi insegnano è di imparare a vedere e ad “ascoltare”.
Pd’A: Talvolta la loro voce è flebile quasi inudibile altre volte è assordante, con i quadri ci vuole pazienza? Quali trame esistono fra il tuo lavoro e il tempo?
D.L.: Certo che serve pazienza, quello che posso dirti è che ogni volta c’è da imparare ad ascoltare .che sia una vocina avvicinandosi, che sia un urlo e quindi prendendo le giuste distanze. Non riesco a decifrare con esattezza queste trame, ogni lavoro è una nuova esperienza, il bello risiede proprio nel non sapere con certezza quello che vedrai di fronte a te, posso dirti solamente che la pittura è fatta di tempo: a volte più lenta a volte più veloce.
David Lucchesi è nato a Lucca nel 1983 Vive e lavora tra San Giuliano Terme e Pietrasanta Ha studiato Pittura all’Accademia di Belle Arti di Carrara
Mostre personali 2020 CARTE, Ex Oleificio, Quiesa
Mostre collettive: 2022 LANDINA, esperienze di pittura en plein air 2021 ATLANTE INFINITO, Museo Civico Luigi Varoli, Cotignola (RA)
English text
Interview to David Lucchesi
#paroladartista #intervistaartista #artistinterview #davidlucchesi
Parola d’Artista: Hi David, for most artists childhood represents the golden age when the first ‘symptoms’ of a certain propensity to belong to the art world begin to appear. Was that the case for you too? Do tell?
David Lucchesi: Hi, I remember as a child my great curiosity in exploring everything around me (I have always lived in the countryside in the province of Lucca near Lake Massaciuccoli) and what I had at my disposal was a rich and varied “visual environment” where, with a pinch of imagination, you could modify it to your liking, letting it reveal the most absurd things both in its beauty and in its naked and crude reality. To answer your question, the drawing and felt-tip pens I had served to fix those experiences and build worlds rather than a world or an organised art system, which of course I didn’t even know existed.
Pd’A: Do these worlds you drew then still reverberate in what you do today?
D.L.: The world that presents itself before my eyes as I work is always unpredictable, sometimes it shows itself almost immediately and sometimes it takes longer. The practice of painting is a constant search, new and wonderful situations happen every time. I think I can answer ‘yes’, it is strange but it happens completely spontaneously, you realise it afterwards and only at the end of a painting.
Pd’A: What does the word freedom mean to you and what value does it have in what you do?
D.L.: The word freedom can be misunderstood because its meaning changes depending on the context. However, I can tell you that it has helped me and still helps me to understand where I am, a sort of compass that gives me a direction, for me it is a healthy incoherence, a freeing myself from thinking and that is to accept the opposites, to abandon ballast and try to live.
Pd’A: With this in mind, has it ever happened to you to take up a painting, even after a while, that first seemed finished and then no longer was?
D.L.: Yes, certainly! The painting is potentially infinite and the look can change over time. This thing of modifying is not systematic, but it can happen that I can make changes even months later, the doubts and perplexities that I had from the beginning are dissolved, perhaps by replacing the background colour or certain details resulting from instantaneous intuitions that I did not initially manage to grasp, at which point every “distortion” falls into place because there are no mistakes, only good accidents.
Pd’A: So the case exists for you?
D.L.: Yes (maybe).
Pd’A: Are you interested in the idea of the relationship that binds the various elements you place within a painting and that in a broader perspective then concerns the paintings you will put together for an exhibition? What kind of relationship is this?
D.L.: Yes, the relationships are created in a rather natural way, I am interested without placing too much emphasis on the fact that the various elements that make up a painting are in balance on a single surface, consonances are created as a whole, moving a painting within an exhibition can lead to unexpected results, where the “objects” enter into dialogue autonomously. What paintings teach me every time is to learn to see and “listen”.
Pd’A: Sometimes their voice is faint, almost inaudible, other times it is deafening, with paintings you need patience? What plots exist between your work and time?
D.L.: Of course patience is needed, what I can tell you is that every time there is a need to learn to listen .whether it is a small voice approaching, whether it is a scream and then taking the right distance. I cannot decipher these plots exactly, each work is a new experience, the beauty lies in not knowing with certainty what you will see in front of you, I can only tell you that painting is made of time: sometimes slower sometimes faster.
David Lucchesi was born in Lucca in 1983 He lives and works between San Giuliano Terme and Pietrasanta He studied painting at the Academy of Fine Arts in Carrara
Solo exhibitions 2020 CARTE, Ex Oleificio, Quiesa
Group exhibitions: 2022 LANDINA, en plein air painting experiences 2021 ATLANTE INFINITO, Museo Civico Luigi Varoli, Cotignola (RA)
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