Sul disegno Rolando Tessadri

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#paroladartista #disegno #drawing #rollandotessadri

Formulare un ragionamento sul disegno mi mette un po’ in crisi perché non lo pratico, almeno nel senso più tradizionale del termine. Tengo dei quaderni nei quali appunto le possibili combinazioni cromatiche o le possibili dislocazioni spaziali dei campi colorati che caratterizzano le mie tele, però non direi che si tratta tanto di disegni, quanto di annotazioni grafiche che non hanno una loro autonomia e che pertanto non pubblicherei mai.

Più vicini alla pratica del disegno sono invece i lavori ad acrilico su carta. Molto spesso li eseguo con un colore grigio che rimanda alle cromie degli inchiostri da stampa e che quindi si avvicinano molto alla grafica. Sono immagini caratterizzate dalla presenza di piani che si sovrappongono come delle quinte teatrali e che suggeriscono una fuga prospettica, contraddetta però dai limiti stessi della superficie pittorica. Rimango intrappolato dentro questo spazio piatto e impraticabile, nel quale fallisce ogni tentativo di ricostruire l’ordine naturale degli eventi e sono portato ad assumere la posizione di chi contempla senza agire.

English text

Rolando Tessadri

#paroladartista #disegno #drawing #rollandotessadri

Formulating an argument about drawing puts me in a bit of a crisis because I do not practice it, at least in the more traditional sense of the term. I keep notebooks in which I note the possible colour combinations or the possible spatial dislocations of the colour fields that characterise my canvases, but I would not say that they are so much drawings as graphic annotations that have no autonomy of their own and which I would therefore never publish.

Closer to drawing practice, however, are the acrylic works on paper. Very often I do them with a grey colour that recalls the colours of printing inks and therefore comes very close to graphics. These images are characterised by the presence of planes that overlap like theatre wings and suggest a perspective fugue, contradicted, however, by the very limits of the pictorial surface. I remain trapped within this flat and impassable space, in which any attempt to reconstruct the natural order of events fails and I am led to assume the position of someone who contemplates without acting.