Conversation whit /Conversazione con Lorenzo Missoni (▼scroll down for English version)

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Parola d’Artista: Ciao Lorenzo, per la maggior parte degli artisti l’infanzia rappresenta l’età dell’oro quella in cui cominciano a manifestarsi i primi “sintomi” di una certa propensione ad appartenere al mondo dell’arte. E’ stato così anche per te? Racconta?

Lorenzo Missoni: Da bambino passavo interminabili ore a disegnare, attaccavo tra loro diversi fogli di carta e, parlando da solo,  “costruivo” enormi battaglie o modellavo la plastilina. Abitavo, e ci abito ancora, in una piccola città di provincia dove il contemporaneo non arrivava nemmeno un lontano soffio  e io ho continuato a disegnare, in modo ingenuo e senza nessun pensiero artistico, fino alle scuole superiori. A quel punto qualcosa è cambiato, ho cominciato a cercare di mettere in quello che facevo qualcosa che avesse a che fare con le mie sensazioni più intime, con il fatto che domande esistenziali, tipiche di quell’età ,cominciavano a condizionare le mie scelte e il mio modo di pensare. Tuto questo senza avere nessun riferimento artistico ben preciso e nessuna preparazione scolastica che riguardasse l’arte (i miei genitori mi avevano negato la possibilità di fare l’istituto d’arte) e quindi ho cominciato a dipingere goffamente usando come modello quel poco a me accessibile in quegli anni, quando internet non esisteva e quando gli artisti in provincia erano pochi.

Parola d’Artista: Ci sono stati degli incontri che anno avuto una particolare importanza per te? (non è detto che siano persone)

Lorenzo Missoni: Sicuramente è stato fondamentale per me l’incontro con Leonardo Gementi. Leonardo aveva aperto una galleria nella mia città, credo fosse il 1990, che è stata attiva per alcuni anni;  lavorava con gli artisti di via Lazzaro Palazzi più alcuni altri che erano presenti  all’epoca sulla scena Milanese. Grazie a lui sono venuto a contatto con una realtà per me nuova, in poco tempo ho sconvolto tutte le mie idee sul fare arte, ho cominciato a lavorare sugli oggetti e a collaborare con la galleria TAG. Ho iniziato a frequentare Milano, a vedermi con Bernhard Rudiger, Liliana Moro, Mario Airò, Vincenzo Cabiati e a esporre con loro. Grazie all’incontro con Leonardo e con tutti gli altri si erano aperte, per me, un’infinità di possibilità d’espressione che fino a quel momento non immaginavo nemmeno….poi ci sono molti dei libri che ho letto, delle cose che ho visto e sentito giorno dopo giorno.

Parola d’Artista: Che importanza ha nel tuo lavoro l’idea di mettere insieme?

Lorenzo Missoni: Il mio lavoro si basa molto sull’accostamento; solitamente raccolgo e conservo oggetti e immagini, per lo più cose di nessun valore né estetico né simbolico o affettivo e aspetto che accada qualcosa. Mi piace tentare di ottenere relazioni ambigue e, allo stesso tempo, ovvie e indissolubili tra gli elementi messi in gioco, come un alchimista dell’inutile. Si procede per tentativi, a volte, quando va bene,  tra le cose si crea un cortocircuito ed è li che nasce la poesia. Questo processo non sempre avviene con facilità, succede che una determinata combinazione richieda molto tempo per raggiungere il giusto equilibrio.

Parola d’Artista: Lavori a più cose simultaneamente?

Lorenzo Missoni: Solitamente funziona che, una volta iniziato a lavorare su una cosa, mi vengano in mante altre soluzioni o altri spunti per cui comincio a impostare uno o più lavori, anche molto diversi tra loro, sui quali procedo parallelamente. Trovo sia stimolante, per me, spostare la mia attenzione su cose diverse, credo che questo mi permetta di trovare un linguaggio semplice e immediato più vicino all’istinto che al calcolo.

Parola d’Artista: Sei interessato alla dimensione relazionale che questi dispositivi che metti in atto attivano con chi se li trova davanti?

Lorenzo Missoni: Quello che faccio mette in moto una serie di reazioni molto personali da parte delle persone che si  relazionano con il mio lavoro, questo, ovviamente non accade sempre, le cose non arrivano a tutti allo stesso modo. Nel momento in cui penso o realizzo un’opera (mi fa sempre effetto definire così quello che faccio) non mi pongo mai il problema di quale potrebbe essere la reazione e la relazione delle persone  anche perché non è per gli altri che, in quel momento, sto lavorando.Ciò che succede mi interessa molto ma è sempre una sorpresa non premeditata e non aspettata.

Parola d’Artista: Ti interessa l’idea di messa in scena del lavoro?

Lorenzo Missoni: Se con “messa in scena” intendi la fase d’installazione, per me è sempre una questione molto importante.  Spesso, nel momento in cui penso ad un lavoro, ho già chiaro  il modo ideale di rapportarlo con lo spazio e  non è raro che sia proprio la presenza fisica dell’opera in un determinato contesto a determinare la scelta di soluzioni formali e di contenuto. E’ sempre interessante, poi, confrontarsi con luoghi e situazioni che determinano modifiche e ampliamenti del lavoro.

Parola d’Artista: Queste modifiche o ampliamenti del lavoro sono già previsti in fase di realizzazione dell’opera? Mi spiego meglio quando fai un lavoro prevedi un margine di libertà di capacità di adattamento ai luoghi che incontrerà di volta in volta?

Lorenzo Missoni: Non è una cosa alla quale penso prima, almeno non sempre. Solitamente, in studio costruisco i lavori che sono in grado di realizzare con le mie risorse e in uno spazio ridotto ma ce ne sono altri che restano a livello embrionale in attesa di una qualche occasione per essere prodotti. Questi ultimi, più di quelli fatti in studio, quando ho la fortuna di poterli realizzare, sono spesso condizionati dalla situazione in cui mi trovo. Resta il fatto che sono sempre ricettivo rispetto agli stimoli esterni e qualsiasi lavoro si può prestare  ad essere modificato quando lo spazio lo richiede. Diciamo che nulla è veramente concluso ma abbraccia varie possibilità.

Parola d’Artista: Che idea ti sei fatto di tempo e spazio?

Lorenzo Missoni: Lo spazio è un elemento fondamentale del lavoro, spesso è ispirante, direi che è sempre parte del lavoro come nella musica la pausa rispetto al suono; per quanto riguarda il tempo, è più complicato. Per vivere ho sempre fatto altri lavori, da tanti anni faccio il pittore edile, poi ci sono gli impegni familiari e per fare arte devo essere molto concentrato e sfruttare il poco tempo che mi rimane in modo produttivo. La mia è una continua rincorsa che ha creato, ormai, un meccanismo composto da due elementi: trattenere e rilasciare, non so se mi spiego….credo che funzioni, però. Oltre tutto c’è anche una dimensione che riguarda strettamente il lavoro, temporale e spaziale che è l’avvicinamento e la scoperta dei dettagli. Mi interessa molto mettere in atto un meccanismo per cui l’opera richieda, a chi si rapporta con lei, di avvicinarsi e, con attenzione, cogliere le piccole cose. Va nella direzione opposta a quello che ormai si fa con le immagini sui social.

Parola d’Artista: Rispetto hai lavori fatti con l’assemblaggio di molteplici immagini poste su piani differenti, sei interessato ad un’idea di “racconto”?

Lorenzo Missoni: Direi che il racconto non fa parte delle mie intenzioni. Il mio lavoro non vuole essere  narrativo, nel senso che non ha mai una lettura univoca e riguarda piuttosto una dimensione istintiva  che mira più a porre domande che a raccontare qualcosa. L’accostamento delle immagini ha, per me, un senso che non è quello della logica; certamente so che quando avvicino due immagini creo inevitabilmente una relazione di significato ma cerco sempre di lasciare un margine di dubbio, un’altra via d’interpretazione che possa coinvolgere il vissuto dei singoli che si relazionano con il lavoro. “L’enciclopedia” è nato proprio dalla riflessione su come, per ognuno di noi, la memoria funzioni in modo diverso, sul fatto che se facciamo un viaggio o sfogliamo delle immagini daremo una descrizione delle cose viste, diversa da chiunque altro. Questo lavoro si è poi evoluto in un’altra serie di collage alla quale ho aggiunto delle parti scritte sotto forma di appunti.

Parola d’Artista: Sei interessato alla dimensione spirituale?

Lorenzo Missoni: No. Ma mi piace la poesia e credo che sia importante, per un artista, occuparsi di politica.  Soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

Lorenzo Missoni nasce nel 1965 a Udine (IT)

mostre personali:

2022 “The tenant(s).” Occupazione di una casa vuota – Udine (IT).

2019 “Quello che resta è l'indifferenza” Essicatoio bozzoli – S. Vito al Tagliamento – Pordenone (IT)

2014 “L’enciclopedia” Casa Cavazzini (museo d’arte moderna e contemporanea) – Udine (IT)

2005 “ non conosco nient’altro al di fuori di qui “ Villa Manin, Centro d’Arte

Contemporanea – Passariano di Codroipo – Udine (IT)

1997 “La biglia che ho vinto ieri ” Care Of – Milano (IT)

1992 “Malaga Malaga ” Galleria TAG – Udine (IT)

mostre collettive:

2016 “Ibidem” a cura di Denis Viva. Fondazione Ado Furlan, Pordenone (IT)

2013 “Andata e Ricordo” Mart di Rovereto – Rovereto (IT)

2011 “Palinsesti” Palazzo Altan – S. Vito al Tagliamento – Pordenone (IT)

2006 “Continental Breakfast Skopje – Memory (W)Hole” Museum of Contemporary Art – Skopje (MK)

2005 “ Continental Breakfast “ Castello di Ljubljana – Ljubljana (SI)

2002 “Periscopio” Refettorio delle Stelline. Milano (IT)

1996 “Le forme del suono” curata da Sergio Risaliti. Stazione Leopolda -Firenze (IT)

1994 “Composizione 1 e 2” con Cabiati, Moro, Rudiger. Galleria TAG – Udine (IT)

1993 “Nuova ingegneria per l’osservazione e lampi di genio” curata da Sergio Risaliti con Beecrof, Cabiati, Manetas, Moro, Rudiger, Uberti. Campi Bisenzio – Firenze (IT)

English Text

Conversation whit Lorenzo Missoni

#paroladartista #artistinconversation #lorenzomissoni

Parola d’Artista: Hi Lorenzo, for most artists childhood represents the golden age when the first ‘symptoms’ of a certain propensity to belong to the art world begin to appear. Was it like that for you too? Do tell?

Lorenzo Missoni: As a child, I used to spend endless hours drawing, sticking different sheets of paper together and, talking to myself, ‘building’ huge battles or modelling plasticine. I lived, and still do, in a small provincial town where contemporary art was not even a whisper away, and I continued to draw, naively and without any artistic thought, until high school. At that point something changed, I began to try to put something into what I was doing that had to do with my most intimate feelings, with the fact that existential questions, typical of that age, were beginning to condition my choices and my way of thinking. All this without having any precise artistic reference and no schooling in art (my parents had denied me the possibility of attending art school), and so I began to paint clumsily, using as a model the little that was accessible to me in those years, when the Internet did not exist and when there were few artists in the provinces.

Parola d’Artista: Were there any encounters that were particularly important to you? (not necessarily people)

Lorenzo Missoni: Certainly the meeting with Leonardo Gementi was fundamental for me. Leonardo had opened a gallery in my city, I think it was 1990, which was active for a few years; he worked with the artists of Via Lazzaro Palazzi plus a few others who were present on the Milanese scene at the time. Thanks to him I came into contact with a reality that was new to me; in a short time I upset all my ideas about making art, I started working on objects and collaborating with the TAG gallery. I started hanging out in Milan, seeing Bernhard Rudiger, Liliana Moro, Mario Airò, Vincenzo Cabiati and exhibiting with them. Thanks to my meeting with Leonardo and all the others, an infinity of possibilities of expression had opened up for me that until then I had not even imagined….then there were many of the books I read, the things I saw and heard day after day.

Parola d’Artista: How important is the idea of putting together in your work?

Lorenzo Missoni: My work is very much based on juxtaposition; I usually collect and keep objects and images, mostly things of no aesthetic or symbolic or affective value, and wait for something to happen. I like to try to achieve ambiguous and, at the same time, obvious and indissoluble relationships between the elements brought into play, like an alchemist of the useless. We proceed by trial and error, sometimes, when it goes well, a short circuit is created between things and that is where poetry is born. This process does not always happen easily, it happens that a certain combination takes a long time to reach the right balance.

Parola d’Artista: Do you work on several things simultaneously?

Lorenzo Missoni: It usually works that once I start working on one thing, other solutions or other ideas come to me, so I start to set one or more works, even very different ones, on which I proceed in parallel. I find it stimulating to shift my attention to different things, I think this allows me to find a simple and immediate language that is closer to instinct than to calculation.

Parola d’Artista: Are you interested in the relational dimension that these devices you put in place activate with those who find themselves in front of them?

Lorenzo Missoni: What I do sets in motion a series of very personal reactions on the part of the people who relate to my work, this, of course, does not always happen, things do not reach everyone in the same way. When I think of or make a work (this is how I always define what I do) I never ask myself the problem of what people’s reaction and relationship might be, also because it is not for others that I am working at that moment. What happens is very interesting to me, but it is always an unpremeditated and unexpected surprise.

Parola d’Artista: Are you interested in the idea of staging the work?

Lorenzo Missoni: If by “staging” you mean the installation phase, it is always a very important issue for me. Often, when I think of a work, I already have a clear idea of the ideal way to relate it to the space, and it is not rare that it is precisely the physical presence of the work in a given context that determines the choice of formal solutions and content. It is always interesting, then, to be confronted with places and situations that determine modifications and extensions of the work.

Parola d’Artista: Are these modifications or expansions of the work already foreseen when the work is created? Let me explain: when you make a work, do you foresee a margin of freedom to adapt to the places it will encounter from time to time?

Lorenzo Missoni: It’s not something I think about beforehand, at least not always. Usually, in the studio I build the works that I am able to make with my resources and in a reduced space, but there are others that remain at an embryonic level waiting for some opportunity to be produced. The latter, more so than those made in the studio, when I am lucky enough to be able to make them, are often conditioned by the situation I find myself in. The fact remains that I am always receptive to external stimuli and any work can lend itself to being modified when the space requires it. Let’s say that nothing is truly finished but embraces various possibilities.

Parola d’Artista: What idea do you have of time and space?

Lorenzo Missoni: Space is a fundamental element of the work, it is often inspiring, I would say it is always part of the work like in music the pause in relation to the sound; as for time, it is more complicated. I have always done other jobs for a living, I have been a construction painter for many years, then there are family commitments, and to make art I have to be very focused and use the little time I have left productively. Mine is a continuous chase that has created, by now, a mechanism made up of two elements: holding and releasing, I don’t know if you understand me. Beyond that there is also a dimension that strictly concerns the work, temporal and spatial, which is the approach and discovery of details. I am very interested in putting in place a mechanism whereby the work requires those who relate to it to get closer and, carefully, to pick up the small things. It goes in the opposite direction to what is now done with images on social media.

Parola d’Artista: Compared to your works made with the assemblage of multiple images placed on different planes, are you interested in an idea of ‘storytelling’?

Lorenzo Missoni: I would say that narrative is not part of my intentions. My work is not meant to be narrative, in the sense that it never has a univocal reading and is rather about an instinctive dimension that aims more to ask questions than to tell something. The juxtaposition of images has, for me, a sense that is not that of logic; I certainly know that when I bring two images together I inevitably create a relationship of meaning, but I always try to leave a margin of doubt, another way of interpretation that can involve the experience of the individuals who relate to the work. “The Encyclopaedia” was born out of reflection on how, for each of us, memory works differently, on the fact that if we take a trip or browse through images we will give a description of the things we have seen, different from anyone else. This work then evolved into another series of collages to which I added written parts in the form of notes.

Parola d’Artista: Are you interested in the spiritual dimension?

Lorenzo Missoni: No. But I do like poetry and I think it is important for an artist to deal with politics. Especially in a historical moment like the one we are living through.

Lorenzo Missoni was born in 1965 in Udine (IT)

solo exhibitions:
2022 “The tenant(s).” Occupation of an empty house – Udine (IT).
2019 “What remains is indifference” Essicatoio bozzoli – S. Vito al Tagliamento –
Pordenone (IT)
2014 “L’enciclopedia” Casa Cavazzini (museum of modern and contemporary art) –
Udine (IT)
2005 “I know nothing else outside of here” Villa Manin, Centre of Contemporary Art
Passariano di Codroipo – Udine (IT)
1997 “La biglia che ho vinto ieri ” Care Of – Milan (IT)
1992 “Malaga Malaga ” TAG Gallery – Udine (IT)

group exhibitions:
2016 “Ibidem” curated by Denis Viva. Ado Furlan Foundation, Pordenone (IT)
2013 “Andata e Ricordo” Mart di Rovereto – Rovereto (IT)
2011 “Palinsesti” Palazzo Altan – S. Vito al Tagliamento – Pordenone (IT)
2006 “Continental Breakfast Skopje – Memory (W)Hole” Museum of Contemporary
Art – Skopje (MK)
2005 “Continental Breakfast” Ljubljana Castle – Ljubljana (SI)
2002 “Periscope” Refettorio delle Stelline. Milan (IT)
1996 “Le forme del suono” curated by Sergio Risaliti. Stazione Leopolda –
Florence (IT)
1994 “Composition 1 and 2” with Cabiati, Moro, Rudiger. TAG Gallery – Udine (IT)
1993 “New engineering for observation and flashes of genius” curated by Sergio
Risaliti with Beecrof, Cabiati, Manetas, Moro, Rudiger, Uberti.
Campi Bisenzio – Florence (IT)