#paroladartista #nellostudiodi #riccardogemma
Il mio studio è una stanza dentro casa. La casa è lo studio. Lo studio senza casa intorno non mi funziona. Nello studio c’è il tavolo con i computer per lavorare e la carta e le penne per giocare. Il tavolo si riempie di cose da fare, di disegni mai finiti, di disegni finiti che non mi ricordavo di aver fatto, di oggetti vari, di intenzioni. Si forma una stratificazione temporale da scavo pompeiano. Così mi riduco a fare le cose in uno spazio sempre più risicato. Allora, per allargarmi, ogni tanto uso un tavolino da gita fuori porta e riempio anche quello. Quando ne ho voglia rimetto a posto gli scavi, ma dura poco. C’è vita quindi, sul tavolo. Io sono il tavolo.
Nello studio c’è anche una libreria con molti libri vecchi di famiglia, libri nuovi e alcuni lavori degli amici artisti. Sono in buona compagnia, non mi lamento. Perché sono un minimalista io (lo dice con autoironia, scherzando).
Per approfondire il lavoro di Riccardo Gemma leggi l’intervista all’artista pubblicata su Finestre sull’Arte https://www.finestresullarte.info/interviste/il-disegno-e-scultura-nuda-e-cruda-conversazione-con-riccardo-gemma





