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In questo momento sono in un grande studio pieno di luce risalente al XIX secolo.
Si trova nel centro storico di Modigliana, il mio paese d’origine, sugli appennini tosco-romagnoli, dove nel 1826 nacque il Macchiaiolo Silvestro Lega e sempre qui, grazie al “Premio Silvestro Lega” curato da Luciano Caramel, negli anni ‘60 sono passati artisti del calibro di Nannucci, Staccioli, Alviani, Munari, Mesciulam, solo per citarne alcuni.
E’ uno spazio ricco di storia, alla fine dell’800 ha ospitato una filanda per la lavorazione della seta e l’allevamento dei bachi, in seguito per diversi anni è stata la sede del barocciaio del paese per poi trasformarsi ancora diverse volte fino ad oggi.
Si sviluppa in due ambienti: l’ingresso con grandi volte in mattoni a vista che si apre in un’ampia zona dal sapore industriale. Questa convivenza tra mondo antico e moderno è certamente una delle sue peculiarità.
Non ho mai sentito prima d’ora l’esigenza di uno studio vero e proprio perché ho sempre lavorato in posti piuttosto insoliti. All’aperto in un bosco, in ogni stanza di casa, oppure in una grande sala a fianco del caseificio di famiglia: uno spazio multiuso utilizzato nel tempo per le cose più disparate come feste, balli, cene, formaggi, greggi, deposito di oggetti e collezioni varie, entrò addirittura un cavallo con in groppa il suo cavaliere in un lontano passato.







