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Gabriele Landi: Secondo te il sacro ha ancora una sua importanza nell’arte di oggi e nel mondo in cui viviamo?
Luisa Rabbia: “Credo che il sacro nel suo significato religioso originale abbia lasciato il posto a riflessioni spirituali ma tanti artisti, se non tutti, attribuiscono al processo creativo con certa sacralità, riconoscendone il mistero implicito e l’impossibilità di trovare una formula ideale perché la materia si trasformi in arte. La sfera spirituale e’ il soggetto principale nell’opera di artisti per me molto significativi come Mark Rothko, Agnes Martin, Edward Munch, Agnes Pelton, per esempio, ma c’e’ molto spesso una riflessione spirituale anche nei lavori di artisti meno espliciti. All’interno del mio lavoro rifletto sulla temporalità del corpo umano e l’invisibile, cosi dipendenti uno all’altro eppure, forse, divisibili. L’arte sembra essere il mezzo più idoneo per capire l’inspiegabile perché nel processo di creazione ci si può avvicinare ad uno spazio dove ci sono sorprese che nella loro inafferrabità suggeriscono la complessità di quello che chiamiamo vita.”





