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Gabriele Landi: Secondo te il tema del sacro ha ancora una sua importanza nell’arte di oggi e nel mondo in cui viviamo?
Roberto Piloni: Dipende dal valore che diamo alla parola “sacro” nell’arte contemporanea. Credo molto nel concetto di trasfigurazione e trascendenza che a mio avviso sono strettamente connaturati al concetto di sacro. Questi aspetti sono sempre stati vivi e presenti nell’opera di molti artisti, anche attuali, ovviamente. La questione della trascendenza, da un punto di vista metaforico e simbolico, ha uno stretto legame con il concetto di sacro, ma bisogna porre la questione in termini laici, altrimenti si rischia di far risultare l’arte unicamente come “propaganda” per la religione. L’opera d’arte, oltre ad essere tante altre cose, in un qualche modo, va letta anche come una sorta di dispositivo di senso che permette il confronto con il tema dell’assoluto e dell’immateriale per mezzo della sublimazione e della trasfigurazione. Il valore dell’opera non come rappresentazione quindi, ma come possibilità di realizzazione e compimento del non visibile.





