#paroladartista #sacro #minuslog
Gabriele Landi: Il sacro ha ancora una sua importanza nell’arte di oggi e nel mondo in cui viviamo?
Minus Log: Forse sì, ma entriamo in un terreno scivoloso e le parole possono soltanto evocare qualcosa di indefinibile.
Allora è meglio rispondere senza dare definizioni, soltanto cercando di rintracciare il sacro nella sua concretezza impalpabile.
È sacro lo spazio che proteggi e che cerchi di pulire tutti i giorni dalle incrostazioni delle aspettative e dei condizionamenti;
è sacra la paura di iniziare un nuovo lavoro; sono sacre l’attesa e l’impotenza nell’attesa; sono sacri il bianco e il silenzio; è sacro il momento della scoperta, quello in cui ti accorgi che il tuo lavoro non ti appartiene.
Ma è sacro soprattutto quello spazio vuoto tra l’opera e lo sguardo. Lì può davvero accadere qualcosa di misterioso e profondo.




