#paroladartista #nero #gianniasdrubali
Gabriele Landi: Tutti gli artisti o almeno credo fanno prima o poi i conti con il nero, e tu?
Gianni Asdrubali: Premessa: Si, il nero l’ho usato per tanti anni e lo uso ancora, ma non per i significati che gli attribuiamo ma perché mi serve, mi è necessario. Uso solo ciò che è necessario ai fini dell’opera e scarto il resto. Non c’è nessun simbolismo, nessuna metafora e nessun significato.
IL NERO
IL nero non è un assoluto in se, come si tende a credere ( così come il bianco) ma dipende dall’interazione con il suo contrario. Non è possibile pensare il nero come nero perché la sua esistenza- consistenza non esiste, o meglio esiste non in se ma nella tensione che si genera verso altro da se.
Il nero, il buio, non è mancanza di luce. La luce è già nel buio, si origina dal buio così come l’alba è già nella notte: La luce è una conseguenza della mancanza di luce, una conseguenza del nero. E viceversa pure il nero si origina dalla luce, perché la luce una volta manifesta non può che recedere verso il buio più buio del buio. Un paradosso. Interessante, in arte, è la tensione vertiginosa che si definisce come soglia, come”immagine” di questo paradosso: Fusione in un unicum, che tiene insieme ciò che è e ciò che sta per sparire. Siamo dentro il cuore profondo dell’immagine: l’arte

I conti con il nero

I conti con il nero

I conti con il nero

I conti con il nero

I conti con il nero

I conti con il nero
