Sul sacro, il punto di vista di Concetta Modica

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Gabriele Landi: Secondo te il tema del sacro ha ancora una sua importanza nell’arte di oggi e nel mondo in cui viviamo?

Concetta Modica: Il sacro per me fa parte di una visione di epica contemporanea in cui alcune cose resistono nonostante il mondo cambi continuamente.

Ultimamente sto lavorando a delle opere che hanno a che fare con temi religiosi: ritratti di Sante, Santa Lucia e il suoi occhi, Il ritratto di una notte legato alla storia di Sant’Anna a Castelbuono con il museo della città, e poi una Via Crucis. 

Ci tengo a precisare che mi sento una credente senza fede, di una religione non confessionale. Da tempo desideravo l’occasione per realizzare una via crucis, mi piacciono talmente tanto quelle di Fontana in ceramica che è diventato un tema stimolante con cui confrontarsi. Penso che la via crucis può avere implicazioni legate alla vita. Credenti e non credenti possono rispecchiarsi in momenti che possono riguardare la vita di tutti e tutte. Simbolicamente contiene i momenti di caduta, di aiuto, di incontro, il pianto, la giustizia mancata, il rialzarsi e procedere nuovamente verso un destino e queste cose mi interessava rappresentarla in un modo che accentuasse gli squilibri e la fragilità. Grandi chiodi, 3 per ogni stazione sostengono una croce o delle figure che hanno un equilibrio precario, una condizione che ci accomuna tutti, quella della instabilità e della imprevedibilità.

In questo senso è ancora importante il tema del sacro, come tema di relazione con l’invisibile e con l’interiorità con l’inspiegabile, l’irrazionale, la religione.

La religione ha anche a fare con la tradizione, la tradizione mi è stata consegnata dai nostri antenati, dalla mia famiglia, dalla profondità dei secoli. Tradizione per me è il cercare di ripetere una cosa che non appartiene a me, non parte da me, è successa secoli fa oppure ieri, anche il passato prossimo può essere tradizione; tradizione è una cosa e un luogo che conosco e che ho conosciuto e che posso andare a trovare quando ho voglia e quando interrompo il voler essere assolutamente contemporanea e rivolta al presente. Quando dico religione senza fede è perché non ci credo ma la storia mi piace e d’altra parte la storia dell’Arte occidentale è legata a doppio filo con il cattolicesimo e la sua iconografia. Il sacro non è un elemento fisso stabilito da qualcuno o qualcosa, è una sensazione che porti con te che in alcuni momenti può scaldare e in altri angosciare, o diventare una zavorra.

Il sacro, penso sia legato agli archetipi: se parti da una cosa riconoscibile è interessante volerla scombinare, anche con piccoli spostamenti. Proprio questi slittamenti questi spostamenti di significato rendono la relazione arte e sacro interessante e necessaria.