Sul sacro, il punto di vista di Carlo Colli

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Gabriele Landi: Secondo te il tema del sacro ha ancora una sua importanza nell’arte di oggi e nel mondo  in cui viviamo?  

Carlo Colli: Provocatoriamente rispondo, come dire, che la pittura è sempre contemporanea solo  perché prende in prestito argomenti di attualità. 

Penso che sia la cosa più anacronistica che ci possa essere, in una società della  smaterializzazione fondata sempre più sulle evidenze scientifiche e su una frenetica  fluidità dei valori relazionali che mettono in discussione quelle certezze rassicuranti alle  quali ci aggrappavamo per dare conforto alle nostre paure. 

L’arte essendo lo specchio del proprio tempo non può altro che riflettere inevitabilmente gli  effetti delle istanze culturali del momento che, legate alla transizione relazionale dal  mondo fisico alle nuove ed inedite frontiere del virtuale “meta-verso” e dell’intelligenza  artificiale, relegano il soprannaturale ad una dimensione spirituale sempre più intima e  soggettiva. Con questo non voglio dire che le risposte e i possibili mondi aperti  dall’evoluzione scientifica e tecnologica abbiano annientato la necessità di porsi delle  domande, ma di sicuro stanno tracciando e trasformando, come è giusto che sia, il ruolo e  le modalità di intendere e percepire il rapporto con il soprannaturale e con il proprio  bisogno di spiritualità.  

Il ruolo dominante delle finanze e le tendenze volubili ed effimere generate dai social media e dalle nuove tecnologie digitali hanno destituito la chiesa dall’arcaico ruolo di  mecenate dell’arte. Di conseguenza il tema della spiritualità non più propaganda, diventa  oggetto di riflessione sempre più intimista, legato ora più che mai, al totale libero arbitrio  del pensiero critico di un artista. Personalmente nell’ultimo anno ho sentito la necessità di  sviluppare due lavori che in modo provocatorio, ponendo delle domande sull’umana  artificialità visionaria del divino e sulla mercificazione dello spirito, invitano a riflettere sul  tema del sacro oggi e sul rapporto tra scienza e spiritualità. Come disse Galileo “La  scienza aiuta a guardare il cielo, la religione a raggiungerlo”. Ad ognuno la propria  riflessione. 

Link dei lavori: