Intervista a più voci con Francesca Referza

Le voci sono quelle di Salvatore Arancio, Sara Enrico e Andrea Respino, Giovanni Kronenberg, Riccardo Previdi

#paroladartista #intervistacuratore #francescareferza #salvatorearancio #saraenrico #andrearespiro #giovannikronenberg #riccardoprevidi

Salvatore Arancio: Quartz Studio ha da poco lanciato Artist on Collecting, una web serie che interroga gli artisti sul tema del collezionare per cui io vorrei chiedere a te: cosa collezioni? cosa ti spinge a scegliere un’opera?

Francesca Referza: Credo che il collezionismo fosse nelle mie corde fin da ragazza. Avevo un modo maniacale di tenere da parte e collezionare gli oggetti più diversi dai libri alle cartoline comprate durante i viaggi di studio. All’inizio del mio percorso curatoriale ho ricevuto alcuni lavori da parte degli artisti con cui collaboravo poi, con il passare degli anni, ho iniziato di tanto in tanto ad acquistare. Difficile rispondere alla tua domanda però direi che colleziono le opere che mi colpiscono per essenzialità estetica e concettuale e che, per qualche motivo, associo a qualcosa di biografico in senso ampio. Spesso si tratta di suggestioni, più che di nessi reali. Di fatto scelgo l’opera che riconosco come un ‘correlativo oggettivo’.

Sara Enrico e Andrea Respino: Le molte facce del quarzo che hai scelto per rappresentare anche visivamente il tuo spazio, fanno pensare all’impossibilità d’identificarne una sola come principale. Sono piuttosto una convivenza, nella quale ognuna si incastra perfettamente nelle altre. Rivedi qualcosa di questo disegno nella storia delle mostre che hai fatto?

Francesca Referza: Assolutamente si. Credo che questo dipenda molto dalla mia naturale inclinazione all’interdisciplinarità. Nelle mostre organizzate da Quartz vengono affrontate di volta in volta macro tematiche: l’economia, l’ambiente, l’architettura, il femminile, l’archeologia, il calcio, la psicanalisi, etc. Spesso attraverso la scultura di tipo installativo, più raramente con pittura, video o performance. Credo, tuttavia, che con le scelte eterogenee fatte da Quartz si sia delineato uno sguardo, un approccio e una modalità di lavoro piuttosto riconoscibili.

Sara Enrico e Andrea Respino: Ci piacerebbe che parlassi del tuo rapporto con la lettura. Cosa leggi e dove trovi i tuoi riferimenti in quel senso?

Francesca Referza: Anche con la lettura ho lo stesso approccio. A seconda dei periodi ho letto appassionatamente J.G. Ballard, K. Capek, R. Chandler, E. Hemingway,

J. Fante, W. Golding, P. Handke, A. L. Huxley, K. Kraus, A. Oz, G. Perec, G. Simenon, R. W. Shakespeare, M. Rilke, P. Roth. Negli ultimi anni, invece, ho letto soprattutto autori italiani. Nella scelta delle letture, come nello studio della storia dell’arte secondo la lezione della professoressa Mina Gregori dell’Università di Firenze, mi muovo spesso per citazioni, trovando nei libri indicazioni di altri libri. Sono convinta che, inconsapevolmente, viviamo seguendo direzioni già percorse da altri.

Giovanni Kronenberg:Durante la mia mostra dell’inverno scorso, abbiamo avuto modo di parlare brevemente del futuro indirizzo di Quartz e delle possibili evoluzioni degli spazi no profit. Considerando la qualità della lista degli artisti che hai invitato ad esporre, già oggi saresti una delle gallerie più interessanti del panorama di Torino. Molti degli spazi no profit in cui ho esposto sono stati passaggi embrionali verso qualcosa d’altro, vuoi per i loro direttori o per lo spazio in sé. La mia domanda è: il futuro di Quartz è in forma di galleria privata o Fondazione?

Francesca Referza: Grazie mille per l’affermazione lusinghiera sulla qualità del programma di Quartz, ma devo dire che il lavoro di galleria non fa per me, nel senso che non ho nessuna attitudine commerciale. Per quanto riguarda l’idea di una Fondazione non ti nascondo che ci abbiamo pensato. Per il momento Quartz si comporta come una piccola istituzione dal basso che supporta gli artisti, e le loro gallerie, nel faticoso lavoro di produzione e condivisione del loro pensiero.

Riccardo Previdi: Conosco Quarz Studio per aver avuto il piacere di poterci esporre nel 2018 con la personale The Bubble Boy Needs a Hug a cura di Lisa Andreani. Un titolo e una mostra che a ripensarci oggi fanno venire i brividi! Secondo Marshall Macluhan: “L’arte come sistema di radar assume la funzione di un indispensabile allenamento percettivo”. In parte concordo a patto però che non si scambi l’artista per un chiaroveggente. Tu cosa ne pensi?

Francesca Referza: Gli artisti che stimo hanno la grande capacità di leggere il passato per interpretare il presente o, viceversa utilizzano il presente per rileggere il passato. Spesso, come afferma il sociologo canadese, gli artisti riescono a vedere attraverso una lente temporale che collega le due dimensioni, passato e futuro, e le traducono in dispositivi, più o meno complessi, espressi nelle forme e nei media più diversi. In The Bubble Boy Needs a Hug la scultura in MDF che riproduceva il tuo corpo inserito in una bolla anticipava la dimensione di distanziamento ed isolamento sociale a cui la pandemia da Covid-19 ci ha costretti. Per rispondere alla tua domanda in modo diretto direi dunque che sono assolutamente d’accordo. Da sempre gli artisti, non solo quelli visivi, hanno risposto ai momenti di cambiamento con una certa anticipazione sui tempi.

Francesca Referza (Giulianova, TE, 1974) storica dell’arte si è laureata in Lettere presso l’Università degli Studi di Firenze con una tesi sviluppata in Erasmus presso la UCL (University College of London) di Londra. Nel 2004 si è diplomata presso la Scuola di Specializzazione di Siena, con il professor Enrico Crispolti, con una tesi dal titolo Materiali per un’indagine sul rapporto tra arte e città a Torino. Sculture ed installazioni urbane dalla seconda metà del Novecento ad oggi. Dal 2001 insegna storia dell’arte. Dal 2002 al 2004 ha lavorato con la curatrice Emanuela De Cecco nel dipartimento educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ed è stata assistente per il curatore Sergio Risaliti nel progetto Quarter Relocated. A partire dal 2007 ha curato diverse mostre per gallerie, fondazioni e spazi no-profit con la pubblicazione di numerosi cataloghi. Nel 2014 ha fondato a Torino Quartz Studio, spazio no-profit di cui segue la direzione curatoriale.