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La bellezza, scriveva Thomas Mann, quando è tale ci trafigge. Di ciò aveva fatto diretta esperienza lo scrittore francese Stendhal che, ai primi dell’Ottocento, visitando la chiesa di Santa Croce a Firenze di fronte a tanto splendore si sentì mancare. Da qui la nota sindrome che prese successivamente il suo nome.
Le mie prime trafitturesi manifestarono all’Istituto d’Arte, la scuola fiorentina di Porta Romana, collocata ancor oggi nelle antiche scuderie ottocentesche, aveva laboratori con finestre ampie e luminose che davano sul parco e sul viale d’accesso. Si copiavano i grandi maestri del 300 e del 400, dai loro dipinti si prendeva spunto per studiare le tecniche pittoriche antiche: la tempera all’uovo, la preparazione delle tavole e le basi per gli affreschi. Il laboratorio di mosaico, gestito con grande competenza da Maria Grazia Brunetti, una delle maggiori mosaiciste italiane, era tra i più attrezzati e ci introduceva alle meraviglie dell’ arte bizantina.
Per me fu naturale amare quei pittori che rappresentavano l’idea di bellezza e umanità con le gradazioni cromatiche degli ocra e delle terre. In loro vedevo finalmente incarnato l’antico concetto greco di kalos che coniuga la componente etica con quella estetica.
I loro nomi? Duccio, Cimabue, i Lorenzetti, Giotto, Benozzo Gozzoli, per citare solo alcuni dei più noti e tanti altri considerati minori che non gli erano da meno, dal lucchese Deodato Orlandi a quello straordinario scultore che va sotto il nome di Maestro di Cabestany, da Neri di Bicci a Francesco di Valdambrino e molti ancora, che quella straordinaria stratificazione artistica che presenta il territorio toscano, mi consentiva di ammirare direttamente a San Miniato, nel Convento di Santa Chiara, al Museo d’Arte Sacra di San Casciano e a Empoli nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea.
Nei primi anni novanta, conclusa la deludente esperienza dell’Accademia, come molti fui attratto dalla sperimentazione dei nuovi linguaggi legati al concettuale (Minimal, Arte Povera, Transavanguardia ecc…), ma verso la fine del secolo scorso le vecchie trafitture ripresero a sanguinare e i medicamenta tornarono ad essere i grandi primitivi del passato, con l’aggiunta di due grandi maestri del 900 come Felice Casorati e Arturo Martini.



FOGLIE 2017/20 grafite, foglia d’oro e tecnica mista su carta cm 50×70

BIZANTINA 2020 foglia d’oro e tecnica mista su carta cm 42×27

ELIA 2020 pastelli, acrilico e foglia d’oro su carta cm 42×27


