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Gabriele Landi: Ciao Luigi, grazie per aver accettato questo invito. Credo che molte delle artiste e degli artisti che transitano su questa pagina ti “conoscano”, credo che tutti si facciano la stessa domanda ma chi è questo signore, gentile? Perché si interessa al nostro lavoro? Non è un artista, non è un gallerista è un infiltrato! Raccontaci qualcosa di te?
Luigi Meucci Carlevaro: Ciao Gabriele, sono io che ti ringrazio per avermi fatto “infiltrare” in mezzo agli artisti e ai galleristi.Di professione avvocato, da decenni nutro una profonda passione per l’arte, specialmente per quella moderna e contemporanea, che mi ha portato ad organizzare e curare negli ultimi anni diverse mostre personali, talora arricchite da cataloghi contenenti miei testi critici. Agli anni ’90 risalgono le prime visite alle gallerie e ad alcune esposizioni che mi colpirono profondamente, come quelle, a Firenze, di Klimt a Palazzo Strozzi e Chagall a Palazzo Medici Riccardi.
Gabriele Landi: La tua é una vera passione nel tempo come la hai alimentata?
Luigi Meucci Carlevaro: La mia passione ha avuto modo di accrescersi grazie ad una serie di incontri, anche fortuiti, come quando nel 1995, in una libreria, trovai una cartolina di invito per l’inaugurazione di una mostra di Alberto Sughi a Sesto Fiorentino.
Alla vernice conobbi gli organizzatori, che facevano parte di una associazione culturale denominata Gruppo Gualdo, che realizzava (e realizza tuttora) mostre di pittura, scultura e ceramica, di artisti locali e di rilevanza nazionale (Vespignani, Sassu, Guttuso, Perez, Bodini, Cremonini, Cagli, Vacchi, Mirko Basaldella, Nativi, Annigoni, Birolli, per fare alcuni nomi), con la quale qualche anno fa ho cominciato a collaborare nella cura delle attività espositive e dei cataloghi, nonchè nella stesura di testi critici.
Nel frattempo, iniziavo a frequentare la Versilia, in particolare Pietrasanta, dove ogni estate mi recavo per ammirare le sculture di artisti italiani ed internazionali esposte nella piazza del Duomo e nel chiostro di Sant’Agostino e per visitare le numerose gallerie d’arte ivi presenti.
Alle mie consuete letture di opere letterarie e poetiche, filosofiche e storiche ho affiancato quella di testi di storia e di critica d’arte, di pubblicazioni monografiche specialistiche e di tutto quanto di mio interesse (dall’arte antica al contemporaneo), ampliando la conoscenza dei fenomeni artistici in modo del tutto autonomo e personale (sono un autodidatta, non avendo fatto un percorso scolastico specifico in materia: ho studiato al liceo scientifico e mi sono laureato in Giurisprudenza).
Ho una biblioteca privata molto fornita e mi avvalgo correntemente dei prestiti librari.
Visito gli studi degli artisti confrontandomi con loro, in questo periodo soprattutto a distanza, conversando di arte, progetti, opportunità fornite dalle nuove tecnologie, prospettive future del sistema dell’arte, in quanto ritengo indispensabile il dialogo con chi l’arte la crea, sia per rintracciare il farsi dell’idea che per chiarire la lettura dell’opera.
Gabriele Landi: Sei anche collezionista?
Luigi Meucci Carlevaro: Sì, ho una piccola collezione di opere pittoriche ed alcune sculture, sia figurative che astratte.
Ho una predilezione per l’astrazione geometrica, i costruttivisti, l’optical e l’arte programmata. Ultimamente mi sento attratto dal minimalismo, del quale ammiro il rigore espressivo e la riduzione formale e cromatica, dalla pittura analitica e da tutte quelle ricerche che indagano intorno al labile confine che sta fra il visibile e l’invisibile.
In ambito figurativo mi interessano il realismo esistenziale, la Pop Art (in special modo gli anni ’60 e ’70 di Emilio Tadini, Concetto Pozzati e Lucio del Pezzo), la pittura fantastica in genere.
E infine ammiro tutti quegli artisti “isolati” che, al di fuori da ogni classificazione e dalle mode di mercato, praticano un serio lavoro di ricerca.
Considero tutte le tecniche espressive ed i materiali impiegati di pari importanza, che si tratti di dipinti ad olio o acrilico, acquarelli o disegni, di sculture in marmo, bronzo, terracotta, legno, ceramica, gesso.
L’unico aspetto rilevante, a mio parere, deve essere la qualità dell’opera, dal punto di vista poetico ed estetico.
Gabriele Landi: Luigi ciò fa di te un personaggio molto curioso, di solito si tende a settorializzare a circoscrivere ad interessarsi ad alcuni aspetti della questione e per amor di parte ad ignorarne o a disprezzarne degli altri. I tuo interessi invece spaziano senza confine di genere, stile o lingiaggio. Questo tuo approccio a 360 gradi ti ha mai causato dei problemi nei rapporti con gli artisti?
Luigi Meucci Carlevaro: Capisco a cosa ti riferisci: mi vengono in mente le diatribe fra i pittori figurativi e quelli astratti nell’immediato secondo dopoguerra, dell’avversione di alcuni artisti nei confronti dell’arte Povera (penso a Dorazio), del considerare da parte di alcuni le ricerche non confacenti alle proprie idee o ai propri stilemi meritevoli di denigrazione.
I miei interessi, come hai sottolineato, sono a 360 gradi, per cui un pittore, uno scultore, un fotografo, un videoartista può piacermi o meno, indipendentemente dal tipo di ricerca e di espressione estetica adottata.
Ciò non ha mai creato nei miei confronti, almeno fino ad oggi, nessun tipo di problema, anche perché spesso sono proprio gli artisti che mi propongono di scrivere un testo, magari dopo essersi incontrati o anche solo sentiti per telefono, o ancora grazie al passaparola di altri colleghi.
Gabriele Landi: Per quale motivo senti il bisogno di scrivere delle opere e degli artisti che conosci?
Luigi Meucci Carlevaro: Perché dopo anni di letture ho sentito la necessità di mettere nero su bianco quelle conoscenze che lentamente stavo acquisendo e di comunicare tutte quelle sensazioni che mi provoca la vista di un’opera d’arte.
Per il lavoro che faccio, sono abituato a scrivere, ma un conto sono gli atti giudiziari e un conto sono i contributi critici che redigo, che mi gratificano moltissimo.
Sapessi quante volte, soprattutto nei fine settimana invernali, con il maltempo che ti costringe a rimanere a casa, penso a quanto sarebbe bello avere un testo da
elaborare per dare una svolta alla giornata e spendere in maniera proficua il mio tempo libero!
Tra l’altro, sono anni che penso di prendermi una seconda laurea, in Storia dell’arte, anche se fino ad ora tutto ciò è rimasto solo (per ovvi motivi di tempo) un sogno nel cassetto.
Gabriele Landi: Luigi quali sono i testi che hai scritto a cui tieni di più?
Luigi Meucci Carlevaro: Ce ne sono diversi, ognuno per vari motivi che cerco di sintetizzare: quello sullo scultore Gian Carlo Marini (mostra al Rifugio Gualdo di Sesto Fiorentino: il mio primo testo pubblicato in un catalogo), scomparso due anni fa, con il quale strinsi un’amicizia che dura ancora con la moglie; il lavoro per una monografia su Claudio Malacarne, tradotto in inglese; il contributo critico per l’esposizione di Giuseppe Calonaci all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, che compare in catalogo insieme ai testi, fra gli altri, di Cristina Acidini, Enrico Crispolti e Marco Meneguzzo, motivo per me di grande soddisfazione; quello su Raffaele de Rosa, la cui opera seguo da tantissimi anni, al quale fece seguito la mia approfondita presentazione all’inaugurazione della mostra a Palazzo Del Pegaso a Firenze, presso il Consiglio Regionale della Toscana; e infine quelli per la mostra antologica di Gualtiero Nativi al Rifugio Gualdo di Sesto Fiorentino, della quale, oltre a curare la mostra seguii tutti gli aspetti organizzativi, compresi quelli legati ai rapporti con i prestatori delle opere, di sponsorizzazione e legali, che costituì l’occasione per entrare in contatto con l’Archivio dell’artista ed avere l’opportunità per scrivere un testo sul secondo volume del catalogo generale di Nativi, pubblicato nel 2018.
Luigi Meucci Carlevaro (Cecina, 1962), avvocato, si occupa da anni di arte moderna e contemporanea alla quale si dedica come critico d’arte, curatore ed organizzatore di mostre. E’ responsabile del settore Cultura del Gruppo Gualdo di Sesto Fiorentino, associazione che, dai primi anni Settanta del ‘900 ad oggi, ha realizzato decine di mostre di pittura, scultura, ceramica, grafica e fotografia di artisti di livello nazionale e internazionale.






