Intervista a Marco Grimaldi

Prima pubblicazione 28 giugno 2020

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Gabriele Landi: Ciao Marco, su che cosa stai lavorando?

Marco Grimaldi: Ciao in questo momento sto lavorando a due serie di quadri, una è un progetto per una grande installazione su tema dei satelliti in attesa. Quello dei satelliti in attesa è un lavoro in continuo divenire composto da dipinti di media e piccola dimensione che compongo insieme per farne delle installazioni, sogno di realizzarne una molto grande in uno spazio apposito, contemporaneamente procedo con dei grandi lavori della serie esercizi di misurazione questi dovrei esporli in un grossa mostra a Novembre.

Gabriele Landi: La dimensione del divenire e della mutazione delle immagini attraverso il segno che importanza ha per te?

Marco Grimaldi: È una cosa a cui do molta importanza. Nel mio lavoro le forme i segni sono in continua evoluzione o mutamento anche se cerco sempre l’ immobilità. Mi piace pensare che le mie forme, i miei segni, siano colti nell’ attimo prima di compiere un movimento .

Gabriele Landi: La loro fluidità ricorda anche l’acqua, una delle cose più difficili da dipingere, forse per via del suo moto ipnotico.

Marco Grimaldi: No sono corpi, corpi che hanno perso la loro fisicità, di loro rimane un essenza luminosa.

Gabriele Landi: E i satelliti?

Marco Grimaldi: I satelliti in attesa sono un lavoro sulla perdita dei sensi più precisamente del tatto, i una sorta di diario legato all’ osservazione giornaliera di un senso di perdita, ogni giorno è un nuovo giorno.

Gabriele Landi: Quando parli di corpi che perdono la loro fisicità pensi a degli spettri degli ectoplasmi ?

Marco Grimaldi: No è un corpo astratto è il corpo della pittura , materia che si trasforma rendendosi impalpabile , rimane solo luce , spesso una luce.

Gabriele Landi: Conduci questa ricerca con un’ approccio analitico?

Marco Grimaldi: Parto sempre da un’ emozione spesso legata al mio vissuto , la spiritualità la trovo in ciò che mi circonda, faccio dei disegni degli studi , poi però quando comincio a dipingere sviluppo queste emozioni in modo astratto le attenzioni si spostano sulla pittura e sul suo corpo

Gabriele Landi: Quando dipingi lavori su più quadri simultaneamente o ti concentri su un lavoro alla volta?

Marco Grimaldi: Imposto più quadri, poi mi concentro su un lavoro alla volta.

Gabriele Landi: Preferisci lavorare con formati grandi?

Marco Grimaldi: Ho sempre lavorato su quadri grandi mi trovo a mio agio sulla grande superficie , ultimamente però lavoro spesso su formati piccoli ( satelliti ) che però si compongono in un sistema più ampio . Nei satelliti il grande formato diventa lo spazio dove si posizionano

Gabriele Landi: Quindi esiste un dialogo con lo spazio circostante?

Marco Grimaldi: Si nei satelliti cerco sempre di visionare prima lo spazio dove devo comporre il lavoro poi procedo con studi compositivi, fino a quando credo di aver raggiunto il risultato che man mano cerco , mi piace molto questa situazione

Gabriele Landi: Puoi parlarmi dei lavori con le strisce in verticale?

Marco Grimaldi: Si intitolano habitat, cercavo di crearmi un ambiente abitativo è un lavoro che nasce dopo la serie delle scale lavori che erano supportati da tantissimi disegni dopodiché il quadro si risolveva in pochi tratti molto secchi, con habitat ho cercato di annullare tutta quella esperienza, non lo so perché ma mi aveva assorbito molto non ne potevo più, così ho cominciato a disegnare questi ambienti costituiti dalle bande luminose, entravo in studio e mi abbandonano a questo ritmo cercando di ricrearmi un nuovo ambiente abitativo, una sorta di protezione

Tra l altro ora sento molto l esigenza di tornare su questi lavoro.

Gabriele Landi: Sei veloce nel dipingere i tuoi lavori?

Marco Grimaldi: Affronto il lavoro con continue sedute piuttosto veloci

Gabriele Landi: Entri in studio con le idee chiare o segui il flusso del lavoro?

Marco Grimaldi: Entro in studio solitamente guardo quello che ho fatto poi mi metto a lavorare cercando di farmi trasportare dal flusso del lavoro

Marco Grimaldi nasce a Udine nel 1967, si diploma al Liceo artistico di Bergamo nel 1985 e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano nel 1989 sotto la guida di Gottardo Ortelli. La sua prima mostra si tiene al Centro Culturale S. Fedele di Milano nel 1993 con una presentazione di Gottardo Ortelli.Dal 1997 al 2001 viene selezionato da Paolo Minoli e Claudio Cerritelli per il progetto” Da Brera al Giamaica” e “Nuovi Temperamenti” che lo porta assieme ad un gruppo di undici artisti a partecipare ad una serie di mostre in Italia, Germania, Slovenia presso gallerie private e spazi pubblici. Nel 2003 comincia una collaborazione con la Galleria Cavenaghi Arte di Milano e con Riccardo Zelatore, dona su richiesta di Paolo Minoli un gruppo di quaranta lavori su carta alla collezione Casa per l’Arte Fondazione Paolo Minoli Cantù. Dal 2012 collabora con la Nuova Galleria Morone di Milano ed entra a far parte della collezione VAF Stiftung. Nel 2017 allestisce la mostra “Il Posto lo Spazio”a cura di Giuliano Zanchi presso la Fondazione Adriano Bernareggi di Bergamo e nel 2018 la mostra “ Satelliti in Assetto Variabile” curata di Claudio Cerritelli presso il museo Butti di Viggiù (Va), nel 2019 viene invitato da casa Testori alla mostra “Un’ Altra Primavera” presso il Castello Oldofredi di Calcio (BG), allestisce preso l’ex Oratorio di san Lupo Bergamo la mostra “Radicarsi” con lo scultore Francesco Diluca.Vive e lavora tra Bergamo e Paratico (BS).

Marco Grimaldi