Intervista a Vanni Cuoghi

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Gabriele Landi: Ciao Vanni, l’idea di messa in scena che importanza ha nel tuo lavoro?

Vanni Cuoghi: Ho sempre pensato che l’Arte e, in modo specifico la Pittura, sia rappresentazione e non presentazione.
La rappresentazione è la presa di coscienza che l’Arte, essendo un prodotto umano, abbia dei limiti di fruizione, di spazio, tempo ecc.
La rappresentazione ha  sempre, come riferimento,   qualcosa di più grande come la Natura o la Vita e noi siamo sempre costretti a escogitare degli stratagemmi per comunicarlo.
Il teatro è l’emblema di questo pensiero: sul palcoscenico si muore, si uccide, si risorge si ama e si odia senza che tutto ciò accada realmente e tutto il pubblico capisce di che cosa si sta parlando.

Durante il periodo che abbiamo trascorso confinati nelle nostre case, avevo voglia di dipingere dal vero dei paesaggi, ma questo non era possibile perché, dalla mia finestra, vedevo solo la facciata di un altro palazzo.
Allora mi sono costruito…delle visioni  nuove, ritagliando dalle riviste alberi, case, rocce, piante e montagne.  Ho incollato ogni sagoma sul cartone per renderle rigide e le ho messe su dei piccoli sostegni in modo che stessero in verticale. Poi ho composto i miei paesaggi come se fossero dei presepi, ho preso una tela e ho iniziato a copiarli.
Ecco, la Pittura era stata messa in scena!
Quello che accadde fu strepitoso perché il dipinto rappresentava un paesaggio che, realmente, aveva “ abitato” la mia scrivania per qualche settimana, ma l’apparenza conferiva al tutto un’aura metafisica .

La messa in scena è un passaggio fondamentale nella pratica dell’Arte, anche quando si parla di discipline come la body art che si pone in modo antitetico al teatro, ma  pretende comunque di avere un pubblico…
La vita, quando si compie, non ne ha bisogno.

Gabriele Landi: Quello che racconti mi ricorda molto i teatrini che i pittori del passato usavano per costruire le scene che poi avrebbero portato su tela. Questa prassi la hai usata solo nel ultimo periodo o vi facevi ricorso anche prima?

Vanni Cuoghi: La prassi di creare, con ciò che hai, quello di cui hai bisogno è una modalità operativa che ho sempre attuato. 

In questo caso specifico è la prima volta che mi “costruisco” un paesaggio da guardare e da copiare, ma in passato, quando facevo il decoratore di chiese,  ho chiesto spesso a parenti ed amici di posare per me. 

Allestivo piccoli teatri in casa, regolando le luci e vestendo i personaggi con improvvisate tuniche fatte di lenzuola e coperte. Le mise en scène mi servivano per realizzare i disegni preparatori degli  affreschi che avrei dovuto realizzare. 

Tutta l’operazione era comunque permeata da un’atmosfera ilare e leggera: trasformavo i miei amici in figure mitologiche, in santi, Madonne e angeli. Il gioco è sempre stata una componente molto importante nel mio lavoro. 

Gabriele Landi: Anche il racconto?

Vanni Cuoghi: Mi piace definire la narrazione un materiale pittorico, alla stregua della tela e dei pigmenti. Il Pittore innesca sempre il processo, ma a completarlo è sempre il pubblico che attribuisce un nuovo senso al lavoro . A volte ci sono delle coincidenze tra chi opera e chi guarda, a volte no. 

Il punto di vista del pubblico è molto più interessante di quello dell’artista. L’Arte fa sempre i conti con il linguaggio e, come tale, il rapporto tra emittente e ricevente è fondamentale anche quando le intenzioni dell’Artista sono scavalcate. 

Se in un’opera io voglio dire “prosciutto ”, ma tutti leggono “assassino ” quell’opera sarà “assassino “. L’artista non ha sbagliato, ma la sua intenzione è stata scavalcata ed è diventata una cosa nuova e sorprendente anche per lui. 

Gabriele Landi: Puoi raccontarmi qualcosa di più del tuo interesse per il gioco? Mi sembra che questo elemento agisca su più livelli simultaneamente nel tuo lavoro.

Vanni Cuoghi: Il gioco per me è una modalità operativa e la adopero come una cartina al tornasole. 

Mi spiego meglio: riesco nella pratica dell’Arte quando trovo , quello che sto facendo,  divertente, piacevole, sensuale, entusiasmante, sorprendente e  inaspettato. 

Sono le stesse cose che provo quando gioco ( perché io gioco ancora). 

Questo modus operandi è l’unico che mi permette di lavorare per ore senza stancarmi mai, in modo  costante e puntuale. 

Se subentra la noia o la ripetizione smetto immediatamente. 

Devo essere sempre “innamorato “ di ciò che sto facendo, proprio come nel gioco e,  come nel gioco, ogni strumento o oggetto può essere utile al proprio scopo. 

Vanni Cuoghi.  Ha partecipato a numerose biennali in Italia e all’estero, tra cui la Biennale di San Pietroburgo (2008), la Biennale di Praga (2009), la 54 Biennale di Venezia, Corderie dell’Arsenale, Padiglione Italia (2011) la 56 Biennale di Venezia, Collateral Italia Docet (2015) e la Biennale Italia-Cina (2012) e ha, inoltre, partecipato a mostre pubbliche presso il Palazzo Reale di Milano (2007 ), l’Haidian Exhibition Center di Pechino, in occasione dei XXXIX Giochi Olimpici (2008), il Liu Haisu Museum di Shangai (2008), il Museo d’Arte Contemporanea di Permm, in Russia (2010), il Castello Sforzesco di Milano (2012) Fabbrica del Vapore  di Milano (2015) Vestfossen Kunstlaboratorium  Museum in Norvegia (2018). Sue opere sono state esposte in diverse fiere italiane e internazionali come Frieze (Londra), MiArt (Milano), Artefiera (Bologna), Scope (New York) Off (Bruxelles) Daegu Artfair ,(Corea) KIAF, Seoul (Corea), Bank (Hong Kong) . Nel 2012, su commissione di Costa Crociere, ha realizzato otto grandi dipinti per la nave Costa Fascinosa e nel 2014 sei per  Costa Diadema.

Dall’ottobre del 2015 è titolare della cattedra di Pittura presso l’ Accademia Aldo Galli di Como.

Tra le mostre personali pubbliche si ricordano nel 2011 Novus Malleus Maleficarum, presso San Pietro in Atrio e Pinacoteca di Palazzo Volpi a Como, nel 2013, Aion presso i Musei Civici Cremaschi a Crema, nel 2016 Da Cielo a Terra al Museo Ebraico di Bologna, nel 2017 The Invisible Sun, presso il Museo Francesco Messina a Milano.

A fine maggio del 2019 inaugura  The eye of the Storm, una mostra personale presso la Rossi-Martino Gallery  a Hong Kong e a ottobre inaugura la personale Esuli pensieri presso la Fondazione Balestra a Longiano (FC).

A luglio del 2020 inaugura la mostra personale Apnea  a cura di Elisabetta Sgarbi presso le Argenterie nella Villa Reale di Monza.

Nel 2021 inaugura la mostra personale  Submariner al Civico Acquario di Milano  a cura di Nicoletta Castellaneta e Ivan Quaroni