Nello studio di Carlo Colli

#paroladartista #nellostudiodi #carlocolli

Se mi si chiede qual è il rapporto con il mio studio non riesco a definire questo come un qualcosa di disgiunto dall’ambiente domestico in cui vivo perché penso che l’atto creativo in sé, avvenga in un momento inaspettato e non sia legato alle specifiche condizioni di uno spazio di lavoro. Come dico sempre ai miei allievi le idee non vengono a scuola ma durante la giornata, quando fate altro, quando osservate, quando vi relazionate ai diversi stimoli visivi e sociali, e in aula gli si da forma e fisicità. Così come si dice normalmente che “noi siamo la somma delle nostre esperienze”, l’imprinting sull’identità del rapporto che attribuisco a questo spazio penso abbia avuto origine nel periodo dei miei studi all’accademia quando, per ovvie ragioni economiche, la camera dove vivevo era e rappresentava tutto! Da questo trascorso per me risulta difficile e soprattutto scomodo immaginare lo spazio dello studio come un luogo di lavoro da raggiungere, separato dalla mia privata dimensione domestica e dai miei più cari affetti. Viviamo in una dimensione frenetica, sempre più fluida, e un creativo non stacca mai la mente e quindi, più che di un rapporto con quella comune visione canonica dello studio come rifugio, il mio è un rapporto con gli spazi domestici dell’appartamento in cui attualmente vivo, dove la specificità e i confort degli ambienti, rappresentano per me spazi ottimali e adeguati dove poter creare ed elaborare comodamente le idee in ogni momento della giornata, senza orari, per poi realizzarle fisicamente in quella che io definisco “la stanza dei lavori sporchi” (Studio). E’ lo spazio che viviamo che definisce quello che facciamo e riflette la percezione di ciò che siamo, quindi il rapporto con il mio studio è la mia vita, la sovrapposizione con la mia domestica quotidianità, uno spazio precario, mutabile, a me complementare dove la condizione del tempo riflette e plasma nelle mie opere quella dimensione poco rassicurante ed effimera che caratterizza l’identità del mio fare. Dal sofà del mio living room.

Firenze 9 ottobre 2022