Rita Mandolini

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“Non ti faccio uscire , non ti lascio entrare”, forse potrei partire dal titolo di questa mostra, per darti un’idea di come lo spazio di lavoro si conceda, oppure ti respinga quando sente che forse preferiresti fare un giro per San Lorenzo, quartiere romano in cui vivo.

Sul terreno accidentale dello studio sono apparentemente incostante, ma nella lentezza trovo un modo di procedere disciplinato. Mi affaccio, sguardo a terra, il cortile grigio. Sguardo in alto, le facciate dei palazzi svettano, due affrontati e un terzo fa da parete di fondo, quasi nascondono il cielo. Una scatola che ti accoglie dopo la strada. Ogni volta che lo percorro, prima della fine, immagino di trovare Stroszek con la sua fisarmonica, forse sono a Berlino. Passo, saluto altri due artisti, Luigi e Alessandro.

All’interno la quiete, musica o no. Se ti manca l’umanità, basta aprire la finestra in alto e vedere i passi delle persone lungo i ballatoi del cortile opposto, ascoltare il rumore dei saltelli e della corda che fende l’aria, o il parlottare a fuoco incrociato tra vicini. Tutto questo accompagna lo sguardo, la testa, il corpo, e allora rimango.

Luglio, 2022

rita mandolini